“La nostra precedente collaborazione era relativa alla traduzione di alcuni testi descrittivi relativi a Soave e Durello. Lavoro di ottima qualità e con tempistiche precise per seguire il nostro piano di comunicazione”, dice Giovanni Ponchia, in dicembre 2016, allora responsabile di comunicazione per il Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave e i vini di Lessini Durello e Arcole.
Il Soave è un luogo dove si conciliano tradizione e innovazione e dove il prodotto è quasi sinonimo di paesaggio. Il vitigno che regna in questa zona veneta è GARGANEGA. La Garganega rappresenta il vitigno principale di questa denominazione. Ha trovato qui, nel corso dei secoli un habitat ideale soprattutto nei rilievi collinari che caratterizzano le valli d’Alpone, del Tramigna, dell’Illasi e di Mezzane. Composto di terreni tufacei di origine vulcanica con importanti affioramenti calcarei si realizza un’ideale simbiosi di ambiente e vitigno per la produzione di grandi vini bianchi di qualità.
Il vino non ha un’acidità preponderante ma piuttosto un interessante equilibrio di estratti e zuccheri regalando struttura e densità tipica al vino a base di Garganega. Il vino Soave DOC è sempre composto di minimo 70% di Garganega. Per i restanti 30% possono essere aggiunto fino un massimo (singolarmente oppure congiuntamente) 30% di Chardonnay, Pinot Bianco e/o Trebbiano di Soave. Quest’ultimo è storicamente molto presente nei vigneti e si propone come partner ideale per regalare al profilo enologico del Soave una bella sapidità e vivacità.
Vorrei menzionare brevemente anche le altre tipologie di Soave: oltre la normale DOC esistono i vini Classico e Superiore (DOCG), il Recioto e Recioto Spumante. Per i dettagli andate pure sul sito del Consorzio: www.ilsoave.com
Questa DOC veronese, con la dicitura “Le Colline vitate del Soave”, è la prima denominazione italiana ad aver ottenuto il riconoscimento di “Paesaggio rurale d’interesse storico”. In questo modo è entrato a far parte del “Registro nazionale dei paesaggi rurali d’interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali” istituito dal Ministero delle politiche agricole e forestali con decreto ministeriale n.17070 del 19 novembre 2012.
Chi non dovrebbe sottolinearlo guardando la seguente immagine …
L’aster, sebbene il nome “astro settembrino” possa far pensare che sia un fiore autunnale, fiorisce anche in primavera, quando lo fa pure la vite. Nel linguaggio dei fiori l’aster rappresenta la fonte d’ispirazione d’idee e fantasie e stupisce con colori brillanti; mentre un buon bicchiere di vino Soave stupisce con la sua complessitià.
Grazie mille per la collaborazione!
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